A pochi giorni dalla sfida di San Siro, il ricordo di partite non ufficiali che hanno comunque segnato la storia della stracittadina milanese.
Il derby di Milano torna in notturna, dopo l'ultimo match tra #Inter e #Milandisputato nello scorso campionato all'ora di pranzo. I riflettori del 'Meazza', pertanto, si accendono per quella che è la notte di gala per eccellenza. Le due anime di Milano tornano a sfidarsi, anche se oggi non c'è più la distinzione tra i milanisti 'casciavit' e gli interisti 'bauscia', quasi a voler sottolineare reciprocamente l'antica immagine 'operaia' del tifo rossonero e quella 'altolocata e snob' della sponda nerazzurra. Inter
favorita? In realtà non c'è mai una vera favorita in una stracittadina densa di storia come quella milanese. Una sconfitta non fa mai bene, soprattutto in un derby.
favorita? In realtà non c'è mai una vera favorita in una stracittadina densa di storia come quella milanese. Una sconfitta non fa mai bene, soprattutto in un derby.
In questo momento stanno meglio i nerazzurri [VIDEO]di Luciano Spalletti, ad un tiro di schioppo dal vertice della classifica dopo le prime sette gare di campionato. Il Milan, al contrario, attraversa una netta crisi di gioco e di risultati[VIDEO]che, certamente, è contraddittoria rispetto alla faraonica campagna acquisti estiva. Un successo per confermare il buon momento in casa Inter, tre punti per rialzare la testa tra i ranghi rossoneri. Viceversa, una sconfitta alimenterebbe il plotone dei denigratori della squadra di Spalletti che, certamente, nonostante i buoni risultati non ha impressionato sotto il profilo del gioco. Sarebbe molto più grave sul fronte avverso e, secondo i soliti beninformati, potrebbe causare l'esonero di Vincenzo Montella. Questi i temi caldi del prossimo derby della Madonnina, in programma il 15 ottobre alle 20.45.
Quanto alle rispettive tifoserie, ci sarà la solita corsa allo striscione più significativo ed alla coreografia più suggestiva. Le due anime di Milano si preparano alla sfida nella sfida, ai consueti cori indirizzati ad incitare i propri beniamini ed a denigrare la controparte. Gli incidenti tra rispettivi supporters che caratterizzarono alcuni derby degli anni '70 ed '80 sono soltanto un ricordo ed il 'patto di non belligeranza' stipulato tra i capi ultras più influenti dell'epoca, nell'estate del 1983, regge ancora. In un calcio che viaggia veloce sui social network ed i cui toni sono sempre più improntati all'odio, è quasi un miracolo.
Le calde estati del Mundialito
La stampa non ha mai dato molto spazio alla 'pax' tra i tifosi di Inter e Milan che, a parte qualche singolo episodio, resiste da 34 anni. I tifosi più giovani non ne hanno memoria, i più maturi se la ricordano bene, perché in molti erano presenti a San Siro in quella calda estate del 1983. Era la seconda edizione del Mundialito Clubs, un trofeo che oggi viene archiviato alla voce di 'amichevole'.
Di amichevole in realtà c'era ben poco, quelle partite, nell'immaginario popolare, valevano quasi quanto le gare di campionato. Oltretutto la geniale idea di Silvio Berlusconi che, all'epoca, non era ancora il presidente del Milan, segnò davvero uno spartiacque nella storia del calcio italiano. Dopo aver soffiato alla Rai la 'Copa de Oro', il Mundialito per le Nazionali che si svolse in Uruguay tra la fine di dicembre del 1980 e gennaio del 1981, il gruppo televisivo Fininvest si inventò il suo Mundialito per le squadre di club la cui prima edizione venne organizzata a Milano nel giugno del 1981, in onda su Canale 5. Il calcio sbarcava definitivamente sull'emittenza privata, il torneo ad inviti riservato alle società che avevano vinto almeno una volta la Coppa Intercontinentale segnava l'avvio del calcio moderno dal punto di vista delle tramissioni televisive. In Italia c'era tanta voglia di calcio, lo testimoniarono proprio le gare del Mundialito che, pur mandate in diretta per la sola Lombardia ed in differita di un giorno per il resto del Paese, conquistarono le vette dell'audience. Inter e Milan, insieme agli olandesi del Feyenoord, ai brasiliani del Santos ed agli uruguaiani del Penarol, furono protagoniste di un torneo molto valido dal punto di vista tecnico, ma putroppo segnato da episodi che con lo sport non hanno nulla a che vedere.
Gli scontri tra tifosi del 1981
I tifosi del Milan non ricordano con piacere la stagione 1980/81 che per la prima volta vide la loro squadra del cuore nel campionato di serie B, retrocessa d'ufficio dopo lo scandalo del calcioscommesse. Per la prima volta, pertanto, era mancato il derby di Milano in campionato: la sfida del Mundialito 1981 forniva l'occasione per un derby fuori stagione molto sentito, specialmente sul fronte rossonero che aveva appena festeggiato il ritorno in #Serie A. Purtroppo, episodi assolutamente incresciosi rovineranno l'attesa: il 16 giugno 1981, dopo le gare d'esordio del torneo Milan-Feyenoord ed Inter-Penarol, i supporters nerazzurri e rossoneri vengono a contatto nel piazzale antistante lo stadio e succede il finimondo con scontri violentissimi a seguito dei quali alcune persone, seriamente ferite, vengono trasportate in ospedale. Tra queste anche un noto ultras del Milan, ricoverato in prognosi riservata. Quando nel turno conclusivo del 28 giugno è in programma il derby, la tensione è altissima e ciò che avviene in campo (l'Inter vincerà 3-1 e si aggiudicherà anche la vittoria finale nel Mundialito) è parzialmente offuscato dalla 'guerra' che scoppia sugli spalti. La scintilla scatta dopo l'esposizione di uno striscione in Curva Nord, sede del tifo interista, in cui si deride il tifoso rivale finito in ospedale: i tifosi del Milan montano su tutte le furie e vanno alla carica, vogliono strappare via lo striscione offensivo e cercano di arrivare nella parte opposta del 'Meazza'. Si fermano improvvisamente, a quanto pare in attesa di 'materiale' (spranghe e quant'altro) e questo stop viene considerato dalla controparte come un segnale di paura: gli interisti partono alla controcarica ed arrivano fino alla Sud. Il caos è totale, gli scenari sono da guerriglia urbana, alla fine gli ultras nerazzurri vengono respinti e riparte la nuova carica rossonera che arriva alla curva opposta. Accade di tutto: botte da orbi, sprangate, qualcuno parla anche della presenza di armi da fuoco. Sono immagini che, purtroppo, fanno il giro del mondo.
La 'pax' del 1983
Motivo per cui, quando va in scena la seconda edizione del Mundialito nel 1983, sono in tanti a temere una sorta di 'resa dei conti'. Le circostanze sono simili a quelle di due anni prima, il Milan viene nuovamente dalla serie B ed attende in maniera quasi spasmodica la sfida con i 'cugini'. In realtà entrambe le milanesi saranno le grandi delusioni del torneo, vinto beffardamente dalla Juventus che era stata eccezionalmente invitata pur non avendo mai conquistato, all'epoca, la Coppa Intercontinentale. I bianconeri precedono in classifica i brasiliani del Flamengo ed il Penarol, Milan ed Inter occupano gli ultimi due posti del mini-girone all'italiana ed è in palio solo la gloria stracittadina nello scontro diretto che va in scena il 2 luglio 1983 a San Siro, subito dopo il match tra Juventus e Flamengo che aveva consegnato il Mundialito a Michel Platini e compagni. In tanti temono il secondo atto della guerra di due anni prima, eppure vince il buonsenso ed anche lo sport: i capi ultras di entrambi i fronti si erano incontrati prima della partita ed avevano discusso civilmente, consapevoli di stare oltrepassando ogni limite, nasce così il 'patto di non belligeranza'. Sul campo il derby terminerà 2-1 per il Milan, doppietta di Aldo Serena che, praticamente al termine del Mundialito, sarebbe tornato all'Inter. I nerazzurri chiudono ultimi con zero punti, il torneo sottotono costa la panchina a Rino Marchesi: un episodio che la dice lunga sull'importanza che si dava a queste partite. Ci sarà anche un terzo Mundialito, quello vinto dal Milan nel 1987. Il derby in quella circostanza si chiuderà a reti bianche, nulla a che vedere con i precedenti, ma il torneo stesso ha perso mordente e pubblico e non sarà più organizzato. Messo in naftalina il Mundialito, regge ancora il patto di non belligeranza nonostante qualche crepa si sia inevitabilmente venuta a creare in oltre trent'anni. Perché, in fin dei conti, è pur sempre una 'tregua armata'.
Quando il derby è 'amichevole'
Al computo totale dei confronti tra Inter e Milan, in effetti, vanno aggiunti anche 71 derby 'non ufficiali', tra i quali rientrano quelli citati del Mundialito. Il bilancio sorride al Milan che ha vinto in 36 occasioni contro le 24 dei cugini ed 11 pareggi. Parecchi confronti 'amichevoli', termine piuttosto pretestuoso quando si parla della stracittadina milanese, si sono disputati nel primo dopoguerra, a cavallo tra le due guerre e nell'immediato secondo dopoguerra. Trofei dimenticati come la Coppa Federale, la Coppa del Primato cittadino ed il Trofeo Città di Milano. Nell'ultimo mezzo secolo, nerazzurri e rossoneri si sono sfidati anche in competizioni internazionali non ufficiali, oltre al Mundialito c'è stato il Trofeo Città di New York e la recentissima International Challenge Cup. Dal conteggio sono escluse le gare di 45 minuti dei classici triangolari estivi, quali il Memorial 'Giorgio Ghezzi', il trofeo Tim ed il trofeo 'Birra Moretti'. La somma di amichevoli più gare ufficiali, fa pendere il bilancio del derby verso il Milan che su 289 sfide totali ne ha vinte 111 contro le 101 dell'Inter, più 77 pareggi. Il computo delle gare ufficiali vede i nerazzurri in lieve vantaggio, 77 vittorie contro le 75 rossonere e 66 pareggi, su un totale di 218 partite.
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