Fuochi d’artificio del 17 gennaio: indagato l’ultrà Beretta. Ieri 500 tifosi nerazzurri hanno atteso la squadra tra fumogeni e assembramenti.
Un doppio blitz in nove giorni. Prima i fuochi d’artificio all’inizio del match Inter-Juve. Poi l’arrivo in massa ieri sera a San Siro per attendere il pullman della squadra in vista del derby di Coppa Italia contro il Milan. Partiamo dall’episodio dello scorso 17 gennaio, quando un inatteso spettacolo pirotecnico illuminò il cielo di Milano in concomitanza con il fischio d’inizio dell’attesissimo confronto di campionato tra i padroni di casa nerazzurri e gli storici rivali bianconeri. Gli agenti di polizia, in servizio fuori dall’impianto sportivo, impiegarono poco a capire che le dieci batterie di artifici pirotecnici erano state sistemate sulle terrazze dell’ex Ippodromo del trotto, un’area da tempo dismessa.
Poi sono entrati in azione gli investigatori della Digos Tifoserie, che, anche grazie all’analisi dettagliata delle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, sono riusciti a identificare due dei presunti autori del raid, denunciati per lancio di materiale pericoloso e per non aver rispettato il Daspo al quale entrambi erano già sottoposti per episodi precedenti. Stando a quanto risulta, uno dei due indagati è Andrea Beretta, 45 anni, uno dei capi storici del tifo organizzato di marca nerazzurra. Il suo Daspo è un caso unico in Italia, una sorta di divieto rinforzato per via delle numerose violazioni: deve firmare in commissariato per ben tre volte nei giorni in cui l’Inter gioca in casa; deve presentarsi due ore prima dell’inizio del match, un’ora prima del fischio d’avvio e alla mezz’ora del primo tempo.
Un giro di vite disposto dalla Questura nel marzo dell’anno scorso, a seguito dell’attività istruttoria svolta dalla Divisione Anticrimine di via Fatebenefratelli sui fatti avvenuti prima del derby del febbraio 2020. Quella sera, infatti, Beretta era presente fuori dal Meazza circa due ore prima dell’inizio della stracittadina, negli stessi minuti in cui davanti al Baretto circa duecento ultrà iniziavano a lanciare bottiglie e petardi contro carabinieri e polizia. Nelle ore successive, il braccio destro del capo della Nord Vittorio Boiocchi fu arrestato in flagranza differita dalla Digos a Pioltello. Ora la nuova denuncia. Intanto, ieri sera diverse centinaia di ultrà della Beneamata si sono presentati a San Siro per aspettare l’autobus della squadra davanti all’ingresso del parcheggio sotterraneo dello stadio: striscioni, bandiere, cori, fumogeni e folla sui marciapiedi, a dispetto delle norme anti-Covid e del divieto di assembramenti. La situazione è stata costantemente monitorata dalle forze dell’ordine, nessun momento di tensione.
Fonte: Il Giorno
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