L’incredibile storia del Canales, formazione portoghese composta da ultras del Porto: “Con noi giocavano spacciatori e assassini”. Uno s’è fatto un anno di carcere per aver spaccato la faccia all’arbitro con una ginocchiata. Dopo due minuti
C’era una volta una squadra così violenta che nessuno voleva giocarci contro. Vinse il campionato 2016/17 giocando solo 7 partite, ne vinse sei. Nelle restanti le squadre non si presentarono proprio. I suoi giocatori erano quasi tutti ultras del Porto, del gruppo più violento. Uno di loro si fece espellere per aver morso un avversario, e poi spaccò il setto nasale all’arbitro con una ginocchiata, fu condannato ad un anno di prigione.
Non è una storia inventata. E’ la storia del Canelas, la squadra più violenta del calcio mondiale. E’ finita pure sul New York Times, e ne riscrive oggi il Guardian.
Quell’anno il Canelas vinse sei delle prime sette partite nel campionato regionale, il Porto Divisão de Elite Série 1. Poi, dopo una serie di incontri segreti, 12 delle altre 13 squadre del torneo dichiararono che non avrebbero mai giocato contro di loro. “Intimidivano e minacciavano costantemente gli avversari”, scrive Nicholas Reid.
Il capitano della squadra, Fernando Madureira, era il leader dei Super Dragons, il gruppo più temuto degli ultras del Porto.
“Nei Super Dragons ci sono buoni e cattivi. Abbiamo spacciatori di droga, assassini, ma anche brave persone. Tutto ciò che abbiamo nella società, lo abbiamo nei Super Dragons”.
Per capire il livello di violenza espressa in campo c’è un video, che divenne virale un paio di anni fa:
L’eccezione al boicottaggio fu il Candal, una squadra di coraggiosi che non solo osò sfidare i Canelas, ma finì anche col batterlo 2-0, raccogliendo un’espulsione. Fu l’unica sconfitta del Canelas in regular season, chiusa con 25 punti di vantaggio sul Rio Tinto, secondo. Qualificati per il mini-torneo a sei squadre che decideva la promozione al campionato nazionale di terzo livello, le contendenti decisero di sfidare la sorte e giocare. Nella terza partita, contro il Rio Tinto, Marco Gonçalves dopo appena due minuti morde un avversario a gioco fermo e si fa arrestare, poi spacca la faccia all’arbitro con una ginocchiata. Arrestato avrebbe poi addotto la seguente scusa: “Non ricordo niente”. Fu squalificato per quattro anni e mezzo: “quattro anni per aver aggredito un arbitro, due mesi per insulti e minacce e tre mesi per aver aggredito un giocatore avversario”. Più una pena detentiva di 11 mesi, sospesa per due anni.
Il Rio Tinto vinse 3-0, ma non si presentò al ritorno sei settimane dopo: il Canelas fu promosso.
Il Guardian scrive che attualmente si trova in terza divisione, al vertice del Campeonato de Portugal Série D.
Fonte: Il Napolista
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