Subito travolti dalla nostalgia: su internet è un diluvio di insulti. Un gruppo ha scritto all’ex capitano Javier Zanetti chiedendogli di dissuadere la società. I più moderati: «Stiamo a vedere, inutile emettere sentenze adesso»
È chiaro che davanti alle novità sarebbe utile cercare il lato buono. Ma col calcio scatta l’effetto opposto. Subito travolti dalla nostalgia. La nebbia di Belgrado, la lotteria di rigori col Rio Ave, le partite a Mosca sotto la neve con la copertina in panchina. La Coppa delle coppe o i numeri da 1 a 11 con lo stopper dai piedi quadri che cascasse il mondo aveva il 5. Se la Super League è il futuro, per i tifosi di Milan e Inter è la morte del romanticismo. Quindi del tifo.
Su internet è un diluvio di insulti. Sulle radio sportive pure peggio. Il paradosso che spiega il senso della fede calcistica è che le due squadre milanesi in questo gotha di ricchi e belli del calcio ci sono dentro. Un gruppo di tifosi interisti che va da Gabriele Salvatores a Michele Serra e Enrico Mentana ha scritto all’ex capitano Javier Zanetti, chiedendogli di mettersi di traverso: «È nel nome della lealtà sportiva che tu hai incarnato per tanti anni che ti chiediamo di fare quanto è nelle tue possibilità per dissuadere la società».
Il tema è proprio quello: il peso dei risultati sudati sul campo. «La meritocrazia è alla base anche del calcio: questa mi ricorda una versione ricca del Mundialito che si inventò Silvio Berlusconi negli anni Ottanta – racconta lo storico tifoso rossonero Luigi La Rocca, che con il suo circolo di tifosi si è battuto per intitolare una via a Milano al fondatore rossonero Herbert Kilpin. Giusto per dire il peso delle tradizioni. «Non voglio morire senza la seconda stella in campionato o senza vincere un’altra Champions. Penso però si possa provare a far convivere le due cose, a costo di attrezzare rose da 40 giocatori con anche un paio di allenatori».
I grandi club dei tifosi attendono di capire l’aria che tira: «Stiamo a vedere che succede, inutile emettere sentenze adesso», spiega Antonello Castiglioni, presidente del Milan Club Busto Arsizio. «I soci mi chiedono di scrivere alla società, ma penso si debba andare oltre al contrarietà d’acchito – dice Luca Cipriani che guida l’Inter Club Giacinto Facchetti -. Resta però il senso di ingiustizia di non garantire le coppe più importanti a chi vince sul campo. E da tifoso credo che sfidare regolarmente il Real Madrid o avere minimo quattro derby l’anno bruci molto dell’effetto evento».
Se la Super Lega non piace ai tifosi dei distinti, ancora meno nelle curve. La linea l’hanno dettati gli ultras del Liverpool, minacciando di lasciare deserta la Kop, non potendo sostenere un club «che pone l’avidità finanziaria sopra l’integrità del gioco». La pensa così anche la Curva Nord neroazzurra: «Sembra una guerra economica contro la Fifa, ma se andassero invece fino in fondo naturalmente saremmo contrari». Intanto un piccolo giallo: sugli sfondi dei loghi delle squadre fondatrici c’è un’immagine dello stadio. Per il Milan c’è San Siro, per l’Inter spunta il rendering di Populous: che sia l’anticipazione del progetto scelto per il futuro del calcio a Milano? A proposito di business.
Fonte: Milano Corriere
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