Venezia in serie A, il delirio catartico del tifo di due città in barba al coprifuoco

(VENEZIA-Cittadella, Playoff Serie B, 27/5/2021)

Alle 23.02, quando il Doge Bocalon piazza l’acuto vincente con un cucchiaio fantascientifico, esplode la festa, e non solo al Penzo. Le piazze di Venezia, Mestre e Marghera sono accomunate, fino a notte fonda, nel delirio per il ritorno della loro amata squadra arancioneroverde in Serie A dopo 19 anni.
Due città unite. La catarsi salvifica è stata, poco prima delle 19, quando si è scatenato un breve, ma intenso acquazzone. Quasi nessuno ha l’ombrello, ma i ragazzi della Sud continuano come niente fosse a urlare la loro gioia. Il corteo si dipana verso Sant’Elena: quando arrivano sulla pineta, i supporter fanno esplodere altri tre petardi e si dirigono verso il vecchio Penzo. Si posizionano davanti alla fondamenta dello stadio e cominciano a intonare i cori. Riescono a consegnare a un addetto dello stadio uno striscione beneagurante “ConquistalA per noi”, poi posizionato in Curva Sud. La maggior parte resta all’esterno dello stadio, molti vanno in via Garibaldi a vedere la partita nei bar della zona.



I tifosi fuori dello stadio intonano “Serie A, ce ne torniamo in
Serie A” con Forte e soci sulla fondamenta. La pineta di Sant’Elena si trasforma in un delirio. Nessuno va casa a dormire. Ma quale coprifuoco...
Da Piazzale Roma. Sarà stato che molti non ne potevano più delle limitazioni del Covid, ma ieri è successo qualcosa d’incredibile. Le due anime del tifo arancioneroverde si sono ritrovate unite nello “scortare” virtualmente la squadra fino al Penzo. Gli Ultras VeneziaMestre si sono ritrovati poco prima delle 17.30 a piazzale Roma. Una fiumana di supporter della curva sud si è incamminata verso Riva Sette Martiri, punto di ritrovo con la tifoseria del centro storico. Alla fine saranno duemila persone.

Unione. E qui è successo qualcosa di straordinario. Tra fiumi di birre, petardi e lacrimogeni al grido di “Forza lotta vincerai, non ti lasceremo mai” è esploso il calore dei tifosi. Oltre un migliaio di sostenitori si raduna ai piedi del ponte dei Sette Martiri, ma il numero cresce a dismisura quando il corteo si dipana verso Sant’Elena. È quasi commovente vedere i tifosi dietro l’enorme striscione “Ultras VeneziaMestre”. I “capi” ultrà invitano tutti ad andare dietro lo striscione e i piloti dei vaporetti, prima di accostare al pontile dei Giardini, suonano le sirene in segno di giubilo. I pochi passanti non ci capiscono più nulla. Lacrimogeni, petardi – almeno una ventina solo davanti ai Giardini della Biennale –, contraddistinguono la serata. Gi agenti della Digos in borghese capiscono che frenare l’entusiasmo positivo della massa sarebbe controproducente per tutti.


Nello stadio. Non mancano, di fronte a quasi mille “invitati”, il prefetto Vittorio Zappalorto, il questore Vincenzo Masciopinto e il sindaco Luigi Brugnaro. La situazione si complica quando Proia trova il guizzo dell’1-0 per il Cittadella e quando Mazzocchi si fa espellere, ma al 92’ ci pensa, e se non chi, il Doge. —



Fonte: Nuova Venezia Gelocal


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