Tifo violento e scontri tra ultras di Varese e Napoli, via al processo oggi, martedì 4 febbraio, con udienza predibattimentale in tribunale a Varese. Due i fascicoli riuniti in un unico procedimento per un totale di 59 imputati. Il numero, però, potrebbe diminuire: una delle parti offese ha rimesso la querela per lesioni e il giudice, che ha rinviato ogni decisione all’udienza aggiornata a maggio, emetterà sentenza di non luogo a procedere per gli imputati chiamati a rispondere di quello specifico capo di imputazione.
Gli scontri a Varese
I due episodi, all’epoca scattarono anche 49 Daspo compresi tra due e otto anni, risalgono al 4 e al 14 maggio 2023. Il 4 maggio, secondo quanto ricostruito dalla Digos di Varese, i tifosi del Napoli che stavano festeggiando la matematica vittoria dello scudetto in centro a Varese appartenenti alle frange ultras della tifoseria del calcio e del basket di Varese. Gli scontri furono preceduti da un comunicato congiunto di alcune frange ultras che specificava: “Varese tifa solo Varese. Festeggiamenti di altre squadre nella nostra città non sono graditi. In particolar modo quelli del Napoli“.
La rivalità tra alcune frange estremiste della tifoseria varesina e quella partenopea, risalente ai fatti accaduti la sera del 26 dicembre 2018, vicino a San Siro, prima dell’inizio di Inter-Napoli, quando durante gli scontri tra un gruppo di ultras dell’Inter e quelli del Napoli perse la vita Daniele “Dede” Belardinelli, appartenente al gruppo “Blood&Honour Varese”, da sempre gemellato proprio con la tifoseria dell’Inter.
L’aggressione ai tifosi del Napoli
In particolare per i fatti del 4 maggio, in uno degli avvenimenti più rilevanti, un gruppo di ultras avrebbe accerchiato un Van di tifosi danneggiandolo in più parti ed in seguito avrebbe aggredito fisicamente il conducente e il passeggero. Sul van c’erano anche due bambini. Un diverso gruppo di ultras avrebbe invece aggredito due donne che viaggiavano su un’auto sventolando la bandiera della squadra del Napoli. Anche in questo caso alla presenza di un bambino. Per questo episodio la querela è già stata rimessa.
Dieci giorni dopo, il 14 maggio, un corteo di circa 50 auto e minivan ha imboccato l’autostrada A8 in direzione Varese, provenendo da Milano. I mezzi viaggiavano con targhe contraffatte al fine di non consentire la loro individuazione. A bordo numerosi tifosi appartenenti alle frange ultras del Napoli Calcio che avrebbero dovuto recarsi nella città di Monza, dove era in programma l’incontro di calcio Monza-Napoli.
La vendetta dei partenopei
Gli ultras erano invece diretti verso il centro di Varese, con l’intento – secondo l’accusa – di dare vita a gesti eclatanti e dimostrativi come atto di ritorsione contro gli ultras varesini in conseguenza agli episodi di violenza avvenuti il precedente 4 maggio. Un’autentica resa dei conti tra le frange più estreme del tifo organizzato, che avrebbe gravemente compromesso la sicurezza dei cittadini varesini. Gli uomini della Questura di Varese riuscirono a bloccare la “carovana” poco dopo lo svincolo autostradale evitando che il “piano” potesse concretizzarsi. Per questo secondo fatto una gran parte degli imputati ha scelto il rito abbreviato e alla prossima udienza sul punto deciderà il giudice di primo grado. Tre poliziotti si sono costituiti parte civile.
Fonte: Malpensa24
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